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Trastevere: il quartiere più bohémien di Roma

Al tempo delle origini di Roma (754-509 a.C.), la zona di Trastevere era una terra ostile che apparteneva agli Etruschi. Roma la occupò per poter sorvegliare il fiume da ambo i lati. In ogni caso la sua importanza era soltanto strategica, quel lato della città era ancora deserto e Trastevere era collegato al resto della città solo da un debole ponte di legno, il Sublicio. In età repubblicana, le zone vicino al fiume si popolarono di quei lavoratori le cui attività erano legate al fiume, come marinai e pescatori, e ci fu una grande affluenza di immigrati orientali, principalmente ebrei e siriani. Per questo nella zona sorsero alcuni templi di culti orientali e fra questi, dirigendosi verso il Gianicolo, è visitabile il cosiddetto Santuario siriaco. La considerazione della zona come parte della città inizia con l’imperatore Augusto, che divise il territorio di Roma in 14 regioni; l’attuale Trastevere era la quattordicesima ed era chiamata regio transtiberina. Tuttavia, tale regione era ancora al di fuori della città vera e propria, almeno fino all’imperatore Aureliano (270-275 d.C.), che fece estendere le mura per includere anche Trastevere, insieme al monte Vaticano. Grazie al benessere del periodo imperiale, molte personalità decisero di costruire la propria villa in Trastevere: quella di Clodia, amica di Catullo, e quella di Gaio Giulio Cesare (Horti Caesaris). I resti di una villa romana – i cui affreschi sono conservati presso Palazzo Massimo – sono stati rinvenuti nei pressi dell’attuale Villa Farnesina. Altre evidenze romane di Trastevere sono principalmente quelle dell’Excubitorium della VII Corte dei Vigili e quelle di domus poste sotto le chiese di Santa Cecilia e di San Crisogono. A queste, note da tempo, vanno poi aggiunti i resti rinvenuti molto recentemente sotto l’ex Conservatorio di S. Pasquale Baylon in via dei Genovesi. Il Trastevere del Medioevo aveva vie strette, tortuose e irregolari; inoltre, a causa dei mignani, avancorpi sporgenti lungo le facciate delle case, non c’era spazio sufficiente per il passaggio dei carri. Alla fine del Quattrocento tali mignani furono demoliti, ma nonostante ciò Trastevere rimase un labirinto di viottoli. Forte era il contrasto tra le ricche e possenti abitazioni dei signori e le casupole delle persone più povere. Grazie al parziale isolamento (si trovava al di là del Tevere) e all’ambiente multiculturale fin dal tempo dell’antica Roma, gli abitanti di Trastevere, chiamati trasteverini, venivano a formare quasi una popolazione a sé stante: popolani di nota tenacia, fierezza e genuinità. Inoltre, le donne erano considerate molto belle, con occhi e capelli molto scuri e dai bei lineamenti. Nel 1744 Papa Benedetto XIV compì una revisione della delimitazione dei rioni, dando a Trastevere gli attuali confini. Dopo il 1870 furono costruiti i muraglioni per bloccare le inondazioni del Tevere: ciò portò sicuramente una maggiore sicurezza a prezzo della distruzione di tutti i posti più caratteristici che si trovavano sulla riva. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento ebbe discreta fama nel rione e nella città la figura di Romeo Ottaviani detto er Tinèa, bullo, er più de Trastevere, morto accoltellato in via del Moro. Oggi Trastevere mantiene ancora il suo carattere grazie alle strade tortuose coperte di sanpietrini su cui si affacciano case popolari medioevali. La notte si riempie di persone, sia italiane che straniere, grazie alla ricchezza di ristoranti e locali. È uno dei quartieri più vivi, caratteristici e autosufficienti della città ed un altro tratto che lo caratterizza sono i monumenti a Gioachino Belli e al poeta romano Trilussa.

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