27 gennaio 2018
Cedolare secca 2018-2019
La cedolare secca sugli affitti può essere molto conveniente ma necessita di alcuni adempimenti
Nella legge di Stabilità 2018 è contenuta la proroga anche per il biennio 2018-2019 della cedolare secca al 10% per gli affitti a canone concordato. Mentre per quanta riguarda i contratti di locazioni ordinari, la cedolare secca rimane con aliquota standard del 21%. La cedolare ridotta si applica, secondo quanto dichiarato dall'Agenzia delle Entrate, ai "contratti di locazione riferiti a unità immobiliari ubicate nei comuni con carenze di disponibilità abitative (Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia, nonché i comuni confinanti con gli stessi e gli altri comuni capoluogo di provincia) e negli altri comuni ad alta tensione abitativa individuati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe)”. Questi contratti sono stipulati a canone concordato sulla base di appositi accordi tra le organizzazioni della proprietà edilizia e le varie organizzazioni che tutelano gli inquilini come previsto dall’articolo 9, comma 1, Dl 47/2014. Il contratto di locazione a canone concordato è caratterizzato da un canone calmierato a differenza del canone libero che dipende dai prezzi di mercato. Tale tipologia può essere utilizzata per i contratti a uso abitativo, a uso transitorio, studenti universitari, cooperative ed enti senza scopo di lucro. Gli immobili che possono usufruire della cedolare secca sono quelli appartenti alle categorie catastali da A1 a A11 (escluso A10) locati ad uso abitativo e le relative pertinenze. Nel contratto di locazione a canone concordato il canone non può superare un tetto massimo stabilito da accordi territoriali tra le principali organizzazioni dei proprietari e degli inquilini. La durata del contratto di locazione a canone concordato può essere di 3 anni+2 di rinnovo per le abitazioni; di 6 mesi fino a 3 anni per gli studenti universitari; di 1 mese fino a 18 mesi per contratti transitori.