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Piazze della Roma Barocca

Piazza Navona

Quella che noi oggi chiamiamo Piazza Navona nacque nell’85 d.C. per volere dell’Imperatore Domiziano ed era conosciuta come Stadio di Domiziano. E’ senza dubbio uno dei complessi urbanistici più armoniosi, spettacolari e caratteristici della Roma barocca, delimitata dagli edifici che sorsero sui resti dello “Stadio”, di cui le case sul lato nord della Piazza inglobano i resti.

Era utilizzato come un circo, senza leoni e gladiatori essendo l'Imperatore Domiziano un uomo pacifico ed amante delle corse dei cavalli e delle gare di atleti, gli agoni, da cui per corruzione deriva il nome della Piazza Navona (agone, innagone, navone),forse.

Inaugurato nell'anno 86 d.C., lo Stadio Domiziano era lungo 265 metri e largo 106, e l'attuale piazza conserva la forma e le dimensioni della antica pista (esattamente <uno stadio> e quindi 600 piedi), con la sola differenza che il terreno fu nel tempo rialzato di 6 metri, coprendo la cavea e le tribune di travertino sulle quali si affollavano oltre 30.000 spettatori per assistere agli agonali. Alcuni resti dello stadio sono visibili nella retrostante Piazza Tor Sanguigna e nei sotterranei della chiesa di Sant'Agnese.

Nel corso del tempo la piazza ha sempre conservato il suo carattere festaiolo: feste popolari, corse e giostre si svolsero attraverso i secoli. Dal 1653 per oltre un secolo, da sabato mattina a domenica notte, nelle sere d’Agosto, la piazza veniva allagata “chiudendo il chiavicone posto presso la fonte del Moro” e in due ore l'acqua la riempiva tutta e ci entravano, ornati a festa, gli equipaggi dei prelati e dei principi, intorno ai quali il popolino si sfrenava e rinfrescava; qualcuno ci navigava sulle carrozze a forma di gondole, altri ci nuotavano mentre i cavalli zampettavano e talvolta…affogavano.

Nel 1810, in occasione dell'onomastico di Napoleone I, venne organizzata una corsa di cavalli, con fantini vestiti da antichi romani: per i vincitori nessun premio in denaro ma un posto al Comune!

La piazza ha ospitato un mercato rionale, simile a quello di Campo de' Fiori, che risultava caratteristico per l'ubicazione dei banchi che seguivano l'ovale. Durante i mesi caldi il mercato era sospeso per l'uso di allagare la piazza ma nel tempo, anche per favorire la destinazione turistica dei luoghi, il mercato fu pian piano spostato  e consentito in Piazza Navona nel solo periodo natalizio: bancarelle ripetitive e spesso gestite da figure annoiate ma di certo colorate ed efficaci nello stimolare la fantasia dei bambini, soprattutto durante la settimana dell’Epifania.

La piazza è abbellita da tre fontane, la più grande è la Fontana dei quattro Fiumi  di Gian Lorenzo Bernini (scultore, architetto, urbanista, pittore, etc.) nato a Napoli nel 1598 e morto a Roma nel 1680.

Proprio al centro del lungo perimetro domina una delle più belle e fantasiose opere del Bernini, con essa l’artista si conquistò il favore di Innocenzo X, inizialmente a lui ostile. Nel mezzo di un vasto bacino rotondo si erge una scogliera scavata da grotte da cui escono ad abbeverarsi nella vasca  un leone e altri animali fantastici. Sulla scogliera siedono le statue di travertino, un tempo colorate, rappresentanti il Nilo, il Gange, il Danubio, e il Rio della Plata simboli delle quattro parti del mondo allora note realizzate rispettivamente da Giacomo Antonio Fancelli, Claudio Poussin, Antonio Raggi e Francesco Baratta. Sopra la scogliera, vuota nel mezzo, il Bernini mise arditamente un obelisco, imitazione romana dell’epoca di Domiziano, proveniente dal circo di Massenzio, sulla cima la colomba di bronzo dello stemma dei Pamphili alta 1,78 metri.

La leggenda attribuisce ai gesti delle statue dei Fiumi significati dettati dalla rivalità e inimicizia fra Bernini e Francesco Borromini, progettista dell'antistante chiesa di Sant'Agnese in Agone: il Plata alza la mano per scongiurare la caduta della facciata della chiesa; il Nilo ha il capo velato, per l'allusione alle sue sorgenti all'epoca ignote e per non vedere gli “orrori della costruzione borrominiana” che a sua volta la Statua di Sant'Agnese, alla base del campanile della chiesa, assicura con la mano sul petto che non cadrà. Certo, nel paese delle statue parlanti, questo battibecco mimico ci sta ma…la storia non è vera! Semplicemente perché la prima pietra per la Chiesa di S. Agnese fu posta il 15 agosto 1652 e i lavori furono affidati in principio a Girolamo e Carlo Rainaldi, solo successivamente al Borromini, la Fontana dei Fiumi fu inaugurata già nel 1651.

Per far fronte alle spese della sua costruzione, oltre 29 mila scudi, il Papa Innocenzo X mise una tassa sul pane per cui il popolo protestò fino a quando nel 1651 il Bernini presentò la sua opera finita ed allora anche la plebe applaudì!

La Fontana del Moro è collocata di fronte al palazzo Pamphili. Cosiddetta per la statua dell'etiope che lotta con un delfino, opera di Giovanni Antonio Mari del 1654 su bozzetto del Bernini, voluta da donna Olimpia Maidalchini (La Pimpaccia), cognata di Innocenzo X, per arricchire la vasca polilobata di Giacomo Della Porta del 1575. I Tritoni e gli altri ornamenti intorno sono copie del 1874, in sostituzione di quelli preesistenti, dovuti a vari scultori della fine del Cinquecento, ora utilizzati per fontane nel Giardino del Lago di Villa Borghese, come le quattro maschere che si alternano ai Tritoni e che provenivano dalla fontana che lo stesso Della Porta aveva eretto nel 1573 in Piazza del Popolo e che fu rimossa dal Valadier nel 1823. La piscina scavata attorno alla vasca, di cui ripete il bellissimo disegno, è dovuta anch'essa al Bernini, su idea del Borromini, in realtà più amici che nemici.

La Fontana del Nettuno, già detta dei calderari, con bacino e vasca polilobati, pure questa di Giacomo Della Porta del 1576, rimase disadorna fino al 1878 quando per creare riscontro con quella del Moro fu indetto un concorso e furono collocate le sculture di Nettuno che lotta con la piovra e Nereidi, putti e cavalli marini.

Per altre passeggiate virtuali consigliamo di dare ogni tanto un occhio al sito Mieli Case…dove potreste trovare la casa con la vista sulla piazza dei Vostri sogni.

Arch. Sabina Morra

sabina.morra70@gmail.com

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